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lunedì 20 dicembre 2010

..giovani e futuro..

Occorre una forte mobilitazione non solo nelle scuole ma anche nelle fabbriche, nella società civile che oggi si vede sottratte risorse, servizi e il diritto di protestare.
Il ricorso alla piazza è dunque indispensabile.
Non si può attendere che tutto venga distrutto, che si produca una disoccupazione di massa che si accentua la guerra fra poveri di cui una espressione è il razzismo fomentato dalla Lega.
Occorre impedirlo ora e non dopo.

sabato 4 dicembre 2010

..deduzione..


Molta gente commette a mio parere l'errore di pensare di poter risolvere i problemi italiani attraverso la democrazia; io lo ritengo un errore perchè in un paese realmente democratico esiste anche la legalità, ovvero i delinquenti vanno in galera, mentre nel nostro paese in galera ci vanno solo i ladri di polli, mentre i grossi delinquenti non solo non vanno in galera, ma addirittura possono anche ambire a diventare presidenti del consiglio, per cui questa non è una democrazia, ma è caos, e il caos lo puoi combattere SOLO facendo rispettare la legge, rafforzando la legalità.

mercoledì 24 novembre 2010

...non potere o non volere..


«Parole, parole, parole…». Non è soltanto il
noto ritornello di una famosissima canzone di
Mina, bensì il titolo della lettera che una ragazza
diversamente abile frequentante il liceo delle
scienze sociali «Fortunato Fedele» di Agira ha deciso
di scrivere alle istituzioni per provare a risolvere
un disagio che riguarderebbe un po’ tutti i ragazzi
diversamente abili di Agira e che durerebbe
ormai da quasi un lustro.
Maria Domenica Raccuglia, 18 anni, studentessa
della VA dell’istituto di piazza Europa, usufruisce
del prezioso servizio di trasporto per diversamente
abili offerto dall’Anffas locale per recarsi
a scuola la mattina e per poi tornare a casa una
volta finite le quotidiane lezioni scolastiche.
Il servizio viene però garantito dal lunedì al
venerdì, lasciando dunque scoperto il sabato, giorno
in cui Maria Domenica è spesso impossibilitata
ad andare a scuola. «E’ proprio così, e ci rivolgiamo
per l’ennesima volta al Comune - scrive la studentessa
nella sua lettera - perché dovrebbe essere
proprio il Comune con la sua Giunta a venire incontro
ai propri cittadini affinché siano risolti i
problemi evitando i disagi. Mi era stata fatta tempo
fa una promessa dagli assessori del Comune
«provvederemo per il sabato, non ti preoccupare»,
ma sono rimaste solo parole: niente fatti».
Nei giorni scorsi, Maria Domenica, che vive sulla
sedia a rotelle, ha avuto un altro colloquio con
il vice sindaco, nonché assessore alla solidarietà
sociale del Comune di Agira, Maria Vaccaro. «L’assessore
mi ha manifestato la sua disponibilità - ha
detto Maria Domenica - ma il problema non pare
essere risolvibile almeno per il 2010 per mancanza
di risorse economiche». A differenza degli anni
passati, Maria Domenica è però ancor più
preoccupata dovendo affrontare tra qualche mese
l’esame di maturità.
«Sicuramente fare tutte queste assenze non mi
aiuta a prepararmi al meglio in vista degli esami
- prosegue la ragazza diciottenne - e mi dispiace
che ciò accada sol perché le istituzioni non provvedano
ad aiutarmi. Siamo già a metà Novembre
e non è cambiato nulla, mi rivolgo nuovamente alle
istituzioni competenti affinché possano darmi
una mano. Come cittadina voglio fare valere i
miei diritti, voglio ciò che mi spetta, niente più».

domenica 14 novembre 2010

...........vita da cani....


Il popolo alla fame e i signori di palazzo continuano a vivere una vita parallela, fra lussi, prostitute e corruzione. Ci si aspetterebbe la rivolta, un terremoto dal basso che gridi basta a tutto questo schifo. Ma niente
L’italiano medio è troppo preso dal campionato di calcio e dalle tette in TV per scollare il culo dal divano e pretendere una vita dignitosa. il popolo è un bambino. Il popolo non è interessato alla libertà. Il popolo italiano una scelta l’ha fatta: la democrazia non gli interessa. Preferisce pulirsi il sedere.

lunedì 27 settembre 2010

Verso la guerra civile....


La Lega è questa. E' questa la linea culturale del partito. Sono questi i toni che contraddistinguono la forza politica che sembra avere la 'golden share' dell'alleanza di governo. Ma c'é un punto importante da sottolineare. Perché al di là dei contenuti, del folklore e della propaganda, c'é da riflettere sulla 'qualita' umanà dei leader". C'é un ministro della Repubblica che considera 'porci' gli abitanti della sua capitale. Ed è lo stesso ministro che alza il dito medio davanti alla bandiera del suo paese, e che minaccia di scatenare milioni di fucili per 'dare una sveglia' alla politica. E' anche il leader di un partito che nel suo statuto invoca la Secessione, che cancella l'inno nazionale durante le celebrazioni pubbliche e che trasforma le scuole statali in sezioni di partito (o in templi padani)". "Un partito in cui capita che qualcuno intoni canzoncine sui napoletani che puzzano o dia la caccia agli immigrati il giorno di Natale". Questo è il seme dell'odio che la lega inietta nel paese. Dove ci porterà tutto questo?

domenica 12 settembre 2010

troppo tardi...

BERSANI CI CHIAMA...."caro volontario" nel volantino di Brunello al quale chiedo scusa x questa sfuriata. Ci chiama alla mobilitazione adesso che è scoppiato già il putiferio...adesso che le bombe sono innescate..adesso cosa dovrei pensare che al PD 132.000 voti farebbero comodo??? Adesso , se sono una mamma o un papà ...devo andare a mangiare una pizza x parlare della situazione della scuola??? BERSANI DOVE CAZZO STAVI TU FINO A IERI??...a mangiare pizze?? adesso dobbiamo contattare i "vostri circoli ed i vostri eletti" perchè la scuola pubblica non "deve lasciare indietro nessuno"???? E dove cazzo stava Bersani quando Berlinguer dava i soldi alle scuole private?? E dove cazzo stava Bersani quando D'Alema con la 62/2000 dava i finanziamenti alle scuole private??
ADESSO ...DIMENTICAVO C'E' SENTORE DI ELEZIONI .......MA ANDATE A FARE IN CULO TUTTI QUANTI!!

sabato 4 settembre 2010

difendere la scuola pubblica

GRUPPO SPONTANEO FORMATO DA LAVORATORI DELLA SCUOLA PUBBLICA ITALIANA

Dopo le ultime bastonate che il mondo lavorativo della scuola ha ricevuto sotto forma di tagli al personale, licenziamenti, riordini scolastici, denigrazione della categoria docenti e per ultimo le proposte di ulteriori strette ai pensionamenti e congelamento della carriera,
è arrivato il momento di sollevare la testa.
La nostra coscienza di professionisti seri ci porta a denunciare lo stato di abbandono in cui la scuola pubblica italiana sta precipitando. Di fronte a tanta miopia dei nostri politici che continuano a flagellare con riforme inique la nostra scuola, convinti di risanare il debito pubblico risparmiando sugli investimenti della cultura e non attaccando gli sprechi, l’evasione fiscale,la corruzione, la concussione politica e le organizzazioni criminali,
non possiamo che pretendere il rispetto dei nostri diritti.
Se è vero che la nostra categoria è disorganizzata e menefreghista, è anche vero che i Sindacati, tutti, ci hanno abbandonato perché affogati nelle loro ideologie e presi dalle lotte interne.
Le forme di protesta che saranno adottate all’interno delle scuole dovranno essere sempre e comunque legali rispettose del CCNL e basate sul NON COLLABORAZIONISMO e NON VOLONTARIATO ma se la situazione dovesse richiederlo non sono escluse altre forme di lotta quali il blocco degli scrutini fermo restando che lo sciopero, in quanto diritto di ogni lavoratore, rimane un punto fermo, inamovibile.
Il non collaborazionismo passa attraverso i 7 punti elencati di seguito, del tutto legali e riferite ad attività da svolgere assolutamente in maniera facoltativa:
1. rifiuto di svolgere ore di straordinario (supplenze)
2. rifiuto ad assumere incarichi di vicario e/o responsabili di plessi o sedi distaccate
3. dimissioni dalle cariche del Consiglio d’Istituto e non disponibilità in caso di elezioni del suddetto
4. rifiuto di partecipazione a tutte le commissioni di lavoro
5. non disponibilità allo svolgimento di laboratori pomeridiani
6. non disponibilità ad accompagnare in viaggi d’istruzione o viste guidate
7. non adozione di nuovi libri di testo fino a quando quello adottato viene stampato (no alle nuove adozioni)

PRACARIATO:
• NO ad una forma di precariato stabile, il precariato deve essere, al massimo, una condizione di passaggio della durata di qualche anno come accade in molti paesi europei
• NO alla perdita di altri posti di lavoro con ulteriori tagli agli organici
• NO alle graduatorie regionali portare avanti dal disegno di legge Goisis
• NO alla chiamata diretta dei presidi. Si ad un sistema di reclutamento trasparente. In ogni caso il nuovo sistema di reclutamento dovrebbe partire a graduatorie ad esaurimento esaurite.

RETRIBUTIVO:
NO al congelamento dei contratti ed alla progressione della carriera
NO alla tassazione sugli straordinari
NO alla trattenuta in caso di malattia
NO alla differenziazione delle scuole pubbliche dalle paritarie e quindi estensione alle scuole paritarie di tutte le norme riguardanti quelle statali sia in tema di reclutamento del personale, sia in termini contrattuali e salariali.
ORGANIZZATIVO:
• NO ad aumentare il rapporto alunni/docente prevaricando la normativa in vigore sulla Sicurezza nelle scuole. Rispetto delle normative antincendio e degli indici di affollamento imposti dalla legge.
• NO a stabilire un tetto massimo per i docenti di sostegno
• NO all’abolizione del tempo pieno e riduzione del tempo scuola
• NO al finanziamento delle scuole private in contrasto con la Costituzione italiana

DIDATTICO :
revisione dei programmi di studio attualmente inadeguati
revisione del sistema valutativo sia relativi al “comportamento” sia alla valutazione delle singole discipline
aumento delle ore per i corsi a disposizione degli alunni con debito formativo negli istituti superiori
ripristino delle compresenze nella scuola primaria


Coscienti della situazione nella quale stagna oggi la scuola pubblica italiana a causa di norme concepite da ignoranti del sistema scolastico, pretendiamo di essere ascoltati e consultati preventivamente per le innovazioni della didattica, del sistema valutativo, dei programmi di studio e dei quadri orario dei diversi ordini in quanto professionalmente preparati per farlo. Per questo si chiede che venga formata una commissione a livello ministeriale di Docenti in rappresentanza di tutte le Regioni da interpellare in vista di nuove modifiche relative alla didattica della scuola.

mercoledì 25 agosto 2010

Contraddizioni....

Italia:
“LA LEGGE CONTRO LE INTERCETTAZIONI, MANNAIA PER STAMPA E GIUSTIZIA.IL GOVERNO IMBAVAGLIA, MA LA SOCIETA’ CIVILE GRIDA”
Germania:
Editoria: governo tedesco rafforza la liberta' di stampa
Approvato un disegno di legge volto a proteggere maggiormente i giornalisti dall'azione giudiziaria e quindi a rafforzare la libertà di stampa nel Paese

venerdì 7 maggio 2010

Il giuramento falso...........




Formula del giuramento dei Ministri della Repubblica Italiana

Come previsto dall'art. 93 della nostra Costituzione, il Presidente del Consiglio dei ministri e i ministri, prima di assumere le funzioni, prestano giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica.

Questa la formula del giuramento:
Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della Nazione.
Il giuramento costituisce l'atto sostanziale attraverso il quale il Presidente del Consiglio ed i Ministri, che svolgono funzioni pubbliche fondamentali, esprimono fedelta' alla Repubblica, e giurano di osservare lealmente la Costituzione e le leggi fondamentali dello Stato e di esercitare le proprie funzioni nell'interesse esclusivo della Nazione.

[Fonte: Governo Italiano]
150 anni dell'Unità d'Italia,
nuovo duello Bossi-Fini
Il leader della Lega: «Celebrazioni inutili e retoriche.
Calderoli: 150 anni dell'unità d'Italia
"Non so se saremo alle celebrazioni"

lunedì 8 marzo 2010

....io ci provo..

Chiedo pubblicamente al Sig. Ministro Gelmini e al Governo Berlusconi che a partire da subito, rispetti il Diritto al lavoro ed il Diritto a Vivere a tutti gli italiani come previsto dalla nostra Costituzione; chiedo che venga debellato ogni genere di corruzione di Stato; chiedo che venga eliminta ogni forma clientelare, chiedo che vengano eliminati tutti gli arricchimenti illegali ed illeciti o comunque sanzionati rigorosamente; invito a liberarsi e senza alcun indugio, di tutti i politici "[come é noto sono davvero troppo numerosi]" in attività criminose, sia se colti in fragranza che a mezzo delle intercettazioni; chiedo di debellare l'eccessiva quantità di privilegi [molti anche esorbitanti] che disonora l’Italia nel Mondo, chiedo di debellare anche con pesanti sanzioni, i privilegi degli amici dei politici e degli amici degli amici dei Politici.

domenica 7 marzo 2010

Rilanciamo le lotte!!!


Il peggior governo di corrotti mafiosi ed incapaci ci sta conducendo al baratro.
E’ vero che i fascisti han più dimestichezza con bastoni e manganelli che con le procedure democratiche, ma anche i vecchietti in fila per ore all’INPS riescono ad entrare in orario negli uffici pubblici ed a consegnare in tempo la domanda per la pensione…Mi impressiona veramente che ancora non ci siano migliaia di persone ad inseguirli a bastonate o almeno a monetine, come successe al loro amico latitante Bettino Craxi.

domenica 28 febbraio 2010

Lettera ad un giovane di Agira.

Bisogna smetterla di essere un popolo silente che scuote la testa e dice "chissà dove si va a finire"; smetterla di sentirvi impotenti e quindi giustificati; smetterla di pensare che, tanto, non c’è niente da fare; e questo è scritto nel libro del destino. Tutto è inutile perché tanto saremo spazzati via; smetterla di pensare che, appunto voi, siete le vittime di un sistema che vi stritola e rimboccatevi le maniche.
Mancano le Idee e il coraggio. Ai figli della mia generazione gli abbiamo dato tutto, il pannolino ieri e la paghetta oggi. Gli abbiamo spianato la strada, permesso un titolo di studio, dato loro tutto quello che non abbiamo avuto noi. E’ questa una colpa? Un errore? Ebbene colpa sia, errore sia, io non mi rammarico ne mi pento di ciò. Invece voi, cosa fate per voi stessi? Fino a quando pensate di andare avanti cosi? E’ stato bello finchè è durato, bella la pacchia no? Dove sono le idee, dove la forza, la determinazione, la grinta, la rabbia, l’orgoglio? Dove sono gli attributi? Vi sto provocando si e pretendo una reazione, sempre ammesso che ci sia.
Siete lenti e siete comodi e vi piace anche. Non è tutto dovuto, voi non avete il diritto di rimproverarci tutto ,anche del tempo che fa. La mia generazione ha mille colpe e mille responsabilità e allora? Non è stato facile neanche per noi. Datevi una mossa e smettetela di piangere e di chiudervi in voi stessi, di riempirvi di fumo, di alcol e di sballo. Quando uno crede in quello che fa e lo persegue con tutte le sue forze, ha innanzi tutto dato un senso alla sua vita, e con molta probabilità lo raggiunge anche. Bella è la lotta, bella la conquista.
La sede del PD di Agira deve essere aperta per voi, oltrepassate quel muro della timidezza e della diffidenza, frequentatela ,parlate, confrontatevi, chiaritevi e infine dirigetela.

martedì 23 febbraio 2010

PD AGIRA dove sei?


Sogno un partito che si occupa dei giovani in particolare, con una sede sempre aperta e piena di vivacità dove tanti gruppi e responsabili degli stessi parlano e decidono, dove si compilano moduli, si fanno domande, ricorsi, si organizzano forum, si fanno corsi di istruzione, si balla anche. Dove si fa il tesseramento, dove si parla dei diritti del cittadino, dove ci si informa e ci si forma.
Un motore di spinta per la costituzione di cooperative e di gruppi di lavoro per introdurli nel mondo del lavoro e del volontariato. Sogno un partito che parla dei problemi e delle tematiche che riguardano l'acqua perchè bene primario di tutti. I rifiuti e la sua raccolta perchè si trasformi da problema in risorsa. Del funzionamento delle amministrazioni pubbliche, dal Comune alla Scuola, dagli Ospedali alla Giustizia. Della sicurezza nelle nostre città e nelle nostre case. Del costo della vita e dei suoi risvolti nella vita di ognuno di noi. Non è un sogno impossibile! e allora tutto questo perchè non si fa?

lunedì 15 febbraio 2010

Povera Nazione.

Scuole statali in crisi. Soldi alle scuole private. E le chiamano “paritarie”….
di Gianni Gandola
Il programma di Riccardo Iacona “Scuola fallita” (Presadiretta del 14 febbraio) ha messo bene in
evidenza lo stato di sofferenza in cui versa la scuola pubblica (statale) italiana, riprendendo con
grande obiettività e realismo temi che erano già stati affrontati qualche tempo fa in un servizio
analogo da Milena Gabanelli. Sono stati toccati – in maniera chiara, semplice ed essenziale - alcuni
punti critici del funzionamento delle scuole statali di ogni ordine e grado, oggi in evidente
difficoltà.
Scuole pubbliche sull’orlo di una crisi di nervi
Docenti precari, anche di non tenera età e dopo anni e anni di servizio saltuario, in cerca di un posto
fisso che non arriva. Supplenti annuali che si spostano in continuazione da una scuola all’altra, da
un capo all’altro del paese, senza alcuna continuità didattica per gli alunni.
Dirigenti scolastici che non possono chiamare i supplenti per mancanza di fondi. Classi senza
insegnante che vengono quotidianamente divise e gruppi di alunni parcheggiati in altre classi, con
evidente disagio per tutti e disturbo per la didattica.
Riduzione degli insegnanti in organico, tagli alle cattedre e diminuzione delle ore di attività
didattica. Impossibilità di svolgere attività per gruppi di alunni grazie al taglio delle compresenze
nella primaria. Meno insegnanti e meno ore di sostegno per gli alunni disabili.
Stato penoso degli edifici scolastici, sovente non a norma, fatiscenti e pericolosi. Incrostazioni,
perdite d’acqua e aule al freddo. Mancanza di arredi, a cominciare dalle sedie. Mancanza di spazi,
aule ristrette e sovraffollate.
Mancanza di fondi per l’acquisto di materiale didattico (finanziamento didattico e amministrativo
ridotto negli ultimi tempi a zero). Genitori che debbono sopperire con il “contributo volontario”, in
una scuola - quella pubblica e dell’obbligo - che dovrebbe essere gratuita.
Una situazione, nel complesso, disastrosa ed estremamente preoccupante. Un quadro della realtà di
tutti i giorni che gli operatori scolastici conoscono sin troppo bene ma che al grande pubblico non è
noto. O almeno non lo è con questa nettezza.
Un altro mondo: le “paritarie”
Ma il servizio di Iacona ha avuto anche il merito di aver fatto il confronto con le cosiddette scuole
“paritarie” facendo emergere le profonde “disparità” delle rispettive situazioni, nel funzionamento
ordinario e nel trattamento.
Qui - soprattutto nelle scuole presentate (quasi tutte appartenenti alla fascia alta, es. l’istituto Leone
XIII e la scuola inglese di Milano) - sembra di essere in un altro mondo. Aule e locali a regola
d’arte, laboratori super attrezzati, ampi spazi (palestre, piscina, atelier). Offerta formativa ricca e
differenziata (doppia lingua, varie attività creativo-espressive, aule di informatica, lavagne
luminose, ecc.). Docenti reclutati in base ad una valutazione discrezionale e/o selezione
direttamente da parte del dirigente o del gestore, quindi “scelti” (sia quelli fissi che i supplenti)
senza impacci burocratici di graduatorie, punteggi, ecc. Attività per gruppi di alunni e classi non
affollate. Nessun elemento problematico o di “disturbo” (alunni con handicap o stranieri, per
intenderci). Utenza selezionata (naturalmente in base al reddito). Insomma non stiamo a dilungarci
oltre: un altro pianeta.
E le scuole paritarie dispongono di bilanci in attivo, godono di consistenti finanziamenti. Oltre alle
entrate provenienti dalle rette (piuttosto elevate, si va dai 7 mila ai 12-15 mila euro l’anno) le
paritarie fruiscono di finanziamenti da parte dello Stato. Non solo, ma in Lombardia i genitori che
iscrivono i figli alle paritarie hanno un contributo economico da parte della Regione, un rimborso,
la “dote scuola”. Una sorta di ulteriore “finanziamento indiretto” per le private, targato Formigoni.
Ma cosa sono le paritarie?
Com’è noto la questione della “parità” scolastica fra scuole statali e non statali (private) e
soprattutto quella dei finanziamenti pubblici alle scuole paritarie (private) costituiscono senza
dubbio un tema delicato quanto controverso, sul quale vi sono pareri diversi e divisioni trasversali
(soprattutto all’interno del centro sinistra in senso lato).
Tutto ha origine dal famoso art.33 della Costituzione che prevede che spetta alla Repubblica
istituire scuole statali per tutti gli ordini e gradi e che enti e privati hanno il diritto di istituire
anch’essi scuole e istituti di educazione ma “senza oneri per lo Stato”.
Cosa implicasse questa precisa dicitura era ben chiaro ai padri costituenti e lo è stato per
quarant’anni nella storia della Repubblica per gli stessi governi a guida democristiana. Come
ricorda Curzio Maltese nel suo libro “La questua” (Feltrinelli ed.) “sempre, da De Gasperi in poi la
DC aveva rifiutato di finanziare con soldi pubblici le scuole e la sanità private, che in Italia
significa al novanta per cento: cattoliche.” Forse non ci si è soffermati a riflettere abbastanza su
questo fatto, che la dice lunga su come venisse interpretata la frase “senza oneri per lo Stato”
perfino da un partito confessionale come la DC.
Per non dire delle forze politiche presenti in Parlamento. Nel 1964 un governo presieduto da Aldo
Moro venne battuto alla Camera e messo in crisi proprio per aver proposto un modesto
finanziamento alle scuole materne private.
Ironia della sorte vuole che sarà un governo di centro-sinistra a guida postcomunista (governo
D’Alema, ministro dell’istruzione Berlinguer) ad aprire le porte, di fatto, con la legge sulla parità
scolastica (legge 62/2000), ai finanziamenti alle scuole private. In realtà la legge 62 riconosceva alle
scuole private paritarie di svolgere un servizio pubblico, ma non prevedeva finanziamenti in quanto
tali, in quanto rifinanziava i contributi (sussidi) per le scuole elementari parificate e materne non
statali previste dalle leggi del 1925 e 1962.
Il ragionamento di fondo, comunque, che sta alla base del riconoscimento della “parità scolastica” è
che anche le scuole non statali (private o degli enti locali), in quanto svolgono un servizio pubblico
e accettano di adempiere a determinati requisiti (strutture idonee, programmi nazionali, ordinamenti
dell’istruzione, bilanci pubblici…) fanno parte del “sistema nazionale dell’istruzione”. Salvo poi la
totale mancanza di verifiche sul funzionamento effettivo di questi istituti e sul rispetto delle regole e
delle condizioni previste. Per non parlare della difformità di trattamento con le scuole statali sul
reclutamento dei docenti o sulla “selezione” degli alunni, a partire dalla presenza di portatori di
handicap o stranieri, o ancora sul numero minimo di alunni per classe.
Illuminanti a questo proposito due flash nel servizio di Iacona. Da un lato la madre che si vede
respingere l’iscrizione al proprio figlio perché disabile (“la scuola non è in grado di seguirlo col
sostegno, si rivolga alla scuola pubblica…”). Dall’altro la pressoché assoluta mancanza di alunni
stranieri (una dirigente del Leone XIII che dice “non è solo una questione economica, ma gli
“extracomunitari” qui sarebbero anche a disagio… Sa, c’è un’utenza medio borghese, con un certo
stile di vita…”).
… e perché finanziamenti pubblici alle scuole private?
Ma andiamo avanti. Naturalmente la Moratti, ministro dell’Istruzione durante il successivo
quinquennio di Berlusconi, utilizzò ampiamente la legge Berlinguer per finanziare le scuole private
(scuole dell’infanzia e primarie).
La legge finanziaria del 2006 (comma 635, Finanziamenti scuole non statali) e la legge n.27/2006
(ministro Fioroni) estendono il diritto al finanziamento a tutti gli ordini di scuola, dall’infanzia alle
superiori. Queste hanno diritto all’assegnazione di contributi (finanziamenti) da parte dello Stato
per la funzione pubblica che svolgono, a condizione che autocertifichino (sic) di non avere “fini di
lucro”.
Aperto un simile varco per i finanziamenti pubblici alle scuole non statali (chiamiamole con il loro
nome: private), non stupisce che sia oggi la Gelmini ad affermare (vedi intervista al Corriere della
Sera del 18.6.2009) che sta pensando ad un “sostegno economico” o bonus per chi studia alle
private. “Costituzione alla mano – dice la Gelmini- voglio che tutti abbiano il diritto di scegliere se
andare alla scuola pubblica o alla scuola paritaria. Quindi, siccome le scuole paritarie costano, sto
pensando ad una riforma che dia la possibilità di accedere ad un bonus a chi vuole frequentarle.
Un po’ come succede già in Lombardia”. La Gelmini dimentica che non è in discussione la “libertà
di scelta” delle famiglie, diritto costituzionale, ma semmai la spinosa questione del “senza oneri per
lo Stato”. E qui, ancora una volta, di oneri per le finanze dello Stato ce ne sono, anche se aggirati
dall’ipocrita soluzione del contributo dato alle famiglie e non direttamente alle scuole. Perché, gira
e rigira, lì si torna. Al punto di partenza.
Il divario tecnologico (di risorse e di trattamento) esistente
Ma al di là del dibattito “politico-ideologico” sul significato del dettato costituzionale in materia (il
“senza oneri per lo Stato”) pure non irrilevante e che qualche riflessione autocritica all’interno della
sinistra dovrebbe riaprire, quello che è francamente scandaloso è quanto sta avvenendo proprio
sotto il governo della scuola Gelmini-Tremonti (e magari da un po’ di anni a questa parte).
Occorrerebbe fare un’analisi comparata sui finanziamenti erogati dallo Stato alle scuole statali e a
quelle non statali. Probabilmente risulterebbe un dato costante: progressiva diminuzione da una
parte e crescita dall’altra. A fronte di un’enorme sproporzione del numero di alunni iscritti.
Interessante a questo proposito il dossier “Rapporto sul buono scuola 2009 nella Regione Lombardia”
presentato da Luciano Muhlbauer, gruppo consiliare regionale di Rifondazione comunista, citato nel
sevizio di Iacona.
Nel Pd naturalmente il tema è tabù. Ci si guarda bene dal parlarne, essendo una questione troppo
spinosa e controversa. D’altra parte non è stato Berlinguer (ed il suo brain trust) ad aver aperto la
strada e Fioroni ad averla imboccata aumentando i finanziamenti (ed estendendoli anche alle
superiori) alle “paritarie”….? Guai, dunque, a rimetterle in discussione.
Ed è proprio questo che è paradossale! Lo Stato riduce investimenti e risorse nella scuola pubblicastatale
a fronte di un aumento di finanziamenti alle scuole “private” che svolgerebbero un “servizio
pubblico” (sic).
D’altra parte è significativo quello che è avvenuto in fase di finanziaria 2009, ove in un primo
tempo erano previsti da Tremonti tagli anche per le scuole paritarie. Tagli immediatamente ritirati al
primo stormir di fronde, dopo le proteste e le minacce di mobilitazione (proprio così!) da parte dei
vescovi. Ragion per cui alle scuole private sono stati assegnati 120 milioni di euro.
Ed ora, a fronte di una scuola pubblica (statale) praticamente in ginocchio quanto a tagli di organici,
riduzione di finanziamenti (funzionamento ordinario, ecc.), qualcuno - la Gelmini, ma non solo lei -
ha l’ardire di riproporre un ulteriore sostegno economico alle scuole private. Che dire? La destra fa
indubbiamente il suo mestiere, ma non sarebbe ora che anche la sinistra, all’opposizione, facesse
dignitosamente il suo?
Lungo questa strada il divario tecnologico (e di trattamento) tra scuole private e scuole statali è
destinato ad aumentare e, francamente, tutto questo – oltre che ingiusto e ai limiti della
incostituzionalità – ci sembra davvero scandaloso.
Gianni Gandola

venerdì 12 febbraio 2010

La legge di FACEBOOK

Facebook :"iscrivendoti a questo servizio tu accetti quello che noi facciamo e quello che vogliamo e se ci gira sarai cacciato senza alcuna motivazione. Chi non partecipa ai test e non diffonde notizie sui suoi gusti senza partecipare all'imponente marketng occulto, è a serio rischio di cancellazione.

Silenzio tutti...parla il boss...

BERLUSCONI, PM SI VERGOGNINO, LUI NON SI TOCCA - "I Pm si vergognino e Bertolaso non si tocca" . Lo afferma il premier Silvio Berlusconi, conversando con i cronisti per le vie della capitale belga, e rispondendo a chi gli chiede un commento sull'inchiesta che ha coinvolto il capo della protezione civile. "Queste cose sono assolutamente accuse infondate, non vere, come al solito. Ho parlato con Bertolaso, so che aveva mal di schiena ed andava da una fisioterapista, una signora di mezza età che tra l'altro é in ospedale a farsi operare per un problema alla schiena", aggiunge il premier parlando dell'intercettazione in cui si parla di favori sessuali per il capo della protezione civile.

domenica 7 febbraio 2010

Frammento di giustizia....

Cittadino di Agira vince ricorso su distacco contatore acqua

Agira. Rischia di essere un precedente notevolissimo il contenzioso del distacco dei contatori per morosità fra utenti e AcquaEnna dopo che il giudice di pace di Agira, Giuseppe Basile, ha accolto il ricorso di Elio Pistorio che si opposto al preavviso di sospensione della fornitura idrica per morosità. Motivo? Pistorio, assistito dall’avvocato Andrea Vigiano, ha dimostrato che le tariffe applicate nelle bollette da AcquaEnna sono state approvate dal Consorzio Ato il quale non ha nessuna competenza. Intanto, è interessante quanto è scritto nella sentenza. “In base alla legge Galli –si legge- ed alle norme regionali collegate spetterebbe ad ogni singolo Comune siciliano di gestire la tariffa del servizio idrico applicabile nel proprio territorio” e non al Consorzio (Ato). A questo proposito, il giudice Basile prima di emettere la sentenza ha ordinato al comune di Agira, “con provvedimento del 23 giugno 2009, di fornire informazioni scritte relative ad atti e documenti circa la determinazione della tariffa per il servizio idrico da applicare negli anni 2005/2006”. Il comune di Agira, con una nota del 17 settembre 2009, ha risposto “che dal 2005 non esercitava alcuna competenza in merito al servizio idrico ma forniva la specifica delle tariffe alla data del 31 dicembre 2004. Il giudice, raffrontando le tariffe applicate dal comune di Agira nell’anno 2004 e quelle applicate da Acqua Enna negli anni 2005 e 2006, nota che per il 2005 vi è stato un aumento del 62,5% e nel 2006 del 64,3%”. Inoltre, sottolinea nella sentenza che “è inammissibile e non condivisibile la tesi” di Acqua Enna “che non esiste più una tariffa singola per singolo territorio e per singolo comune”. “L’assurdo si tocca con mano –si legge ancora nella sentenza-, prova ne sia l’ingiustificato e non documentato aumento”. Quindi, fa anche una considerazione: “Ecco perché l’istituzione e costituzione di tali Consorzi ha provocato e continua a provocare enormi danni per gli utenti”. Per cui ha deciso di accogliere la domanda di Pistorio che nel corso del dibattimento ha dichiarato che non è suo “intendimento di non pagare un emolumento dovuto, ma intende pagare quanto dovuto dalla legge” e quindi “condanna la Società AcquaEnna a continuare ad erogare l’acqua potabile in favore di Pistorio accettando il pagamento delle bollette con il tariffario 2004, oppure richiedere importi diversi emettendo nuove bollette, giustificando documentalmente gli eventuali aumenti”.

Giacomo Lisacchi

domenica 31 gennaio 2010

Diritto impedito e negato.....

Aidone. Assemblea del Comitato Cittadino per la non potabilità dell’acqua

Aidone. Martedì si è svolta l’assemblea cittadina organizzata dal Comitato Cittadino guidato dall’Avv. Licia Minacapilli.
Presenti parecchi ospiti, tra cui il Presidente nazionale Federcontribuenti Carmelo Finocchiaro, i rappresentanti di diversi comitati cittadini dell’ennese, i dirigenti provinciali del Coordinamento ed alcuni rappresentanti del Forum Regionale dei Movimenti per l’Acqua in Sicilia. Era anche presente il Sindaco Filippo Gangi.
Tema della serata: la non potabilità dell’acqua. Ha introdotto i lavori l’Avv. Licia Minacapilli, la quale ha spiegato la cronistoria delle iniziative attivate dal proprio Comitato sul caro-bollette, sui distacchi dei contatori, ma soprattutto sulla non potabilità dell’acqua, che afferma: E’ ritenuta tale a seguito di analisi ripetute in vari periodi a cura del Comitato stesso e con propri fondi, e i cui esiti sono stati confermati anche dalle Autorità preposte al controllo (ASP: Azienda Sanitaria Provinciale).
Ripetutamente nei campioni di acqua prelevati si è riscontrata presenza di ferro e manganese, oltre i limiti consentiti dalla norma sanitaria. Il Comitato ha inoltrato quindi segnalazioni alla Procura della Repubblica di Enna e all’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente. Entrambi gli Organi hanno aperto una inchiesta per la propria competenza.
L’attività del Comitato ha portato a far emettere un’ordinanza al Sindaco di non potabilità dell’acqua datata 19 gennaio, a seguito di reiterati inviti da parte dell’ASP.
Ha preso la parola il Sindaco, il quale ha tra l’altro accusato il Comitato di “non trasparenza” sul problema ed in sintesi ha comunicato che qualche ora prima gli era arrivato l’esito dell’ultimo campionamento effettuato dall’ARPA (???) che indica i valori rientrati nella norma. Sulla base di ciò il Sindaco ha preannunciato che avrebbe revocato l’ordinanza di non potabilità dell’acqua. Subito dopo, il Sindaco senza attendere repliche né lo sviluppo del dibattito, ha abbandonato l’assemblea lasciando il pubblico deluso.
Tutti gli interventi che si sono susseguiti hanno sottolineato il comportamento del Sindaco, ma soprattutto il suo atteggiamento silenzioso mantenuto fin dalla prima segnalazione fattagli dal Comitato già a ottobre dello scorso anno, nella quale si comunicava l’esito dei prelievi che indicavano la non potabilità dell’acqua per la presenza di ferro, manganese e coliformi.
Il Comitato si ritiene deluso dall’atteggiamento tenuto dal Sindaco, che ha scelto di allontanarsi dalla riunione non consentendo così un democratico e costruttivo confronto con gli altri ospiti presenti.
Rimanendo in tema di trasparenza, il Comitato cittadino si interroga su quali ragioni possano avere indotto il Sindaco ad omettere di emanare la necessaria ordinanza di non potabilità dell’acqua nonostante a ciò invitato dall’ASP il 15.10.2009 con nota prot. 262, poi il 25.11.2009 con nota prot. 654, ancora il 21.12.2009 con nota prot. 892, ancora il 13 gennaio con nota prot. 242. In ultimo con altra nota prot. 424 del 19 gennaio l’ASP reitera la richiesta al Sindaco di emettere “ordinanza di divieto di utilizzo dell’acqua per uso umano”.
L’interrogativo nasce anche perché tali omissioni si ripercuotono inevitabilmente sui cittadini aidonesi, visto che in fin dei conti stiamo parlando della salute come imprescindibile diritto di tutti”.

Sindaco vai a cacare.......

Sindaco Aidone: Acqua è potabile solo allarmismi da presunti “mostri”

Aidone. Dopo la denuncia del Comitato dei cittadini sulla non potabilità dell’acqua il Sindaco così si esprime: “Sulla vicenda, incredibilmente, alcuni soggetti, associazioni, comitati, movimenti a tutela o persone singole, sono convinti di essere i veri paladini della Comunità. La vicenda è stata seguita interloquendo sia con l’ASP di Enna sia con il gestore del servizio di distribuzione. Peraltro, la situazione non ha mai assunto, per fortuna, profili di gravità preoccupanti ma contorni di ordinarie e fisiologiche anomalie cui è stato possibile, finora, sempre porre rimedio, senza difficoltà particolari”. Ed il Sindaco passo al contrattacco con i promotori della riunione: “Si è preferito, da parte di taluni, ingigantire i problemi, aggravare le situazioni, addirittura procurare allarme. Contro questi presunti mostri, in realtà innocui “mulini a vento”, le armi del dialogo, del confronto e della tolleranza, spesso, si rivelano impotenti. Due notazioni finali: l’odiosa commistione tra il ruolo privato e quello pubblico di una incauta professionista e la patetica saga degli ex”.

giovedì 14 gennaio 2010

Contro il Governo per il bene del sud (Sicilia)

Sono state prevalentemente le assenze nei banchi della maggioranza a determinare il via libera alle parti della mozione del Pd (le premesse ed il secondo capoverso del dispositivo) contro il parere del governo. Nelle premesse, fra l'altro, si accusa duramente il governo di aver assunto finora 'una strategia sostanzialmente antimeridionalista'. 'I provvedimenti varati sin qui, non ultima la legge finanziaria per il 2010 hanno di fatto azzerato ogni intervento a favore del Mezzogiorno sia in termini di risorse stanziate che di strumenti specifici. Il continuo ricorso al Fas per la copertura di provvedimenti di carattere generale ha determinato nei fatti un'ulteriore divaricazione tra le condizioni economiche e sociali delle zone forti e quelle delle zone deboli. Questa sistematica distrazione di fondi, valutabile nella somma di 35 miliardi di euro, oltre a compromettere il rispetto dell'originario vincolo di ripartizione delle risorse del Fondo (si riconosceva alle regioni sottoutilizzate meridionali almeno l'85 per cento del complesso delle risorse) ha di fatto azzerato le politiche di sviluppo che le regioni del Sud realizzano solo grazie al trasferimento di fondi stanziati dal Governo centrale e dall'Unione europea; a questa sistematica distrazione di fondi, si e' aggiunta una miope politica di tagli per gli imprenditori meridionali. In una fase congiunturale cosi' difficile, invece di supportare le imprese del Sud, il Governo ha di fatto annullato l'operativita' del credito d'imposta per i nuovi investimenti, lasciando le aziende del Sud senza alcuna fiscalita' di sviluppo e deprimendo ancora di piu' le prospettive di crescita delle zone sottosviluppate'. La parte di dispositivo approvata malgrado il no del governo impegna l'esecutivo 'a reintegrare le risorse impegnate del Fas per destinarle a un programma mirato al rilancio del tessuto produttivo meridionale e, conseguentemente, dei livelli occupazionali del Mezzogiorno, ripristinando a tal fine un meccanismo di fiscalita' di sviluppo concreto ed efficace quale e' l'automatismo del credito d'imposta per i nuovi investimenti nel Mezzogiorno'.