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mercoledì 24 novembre 2010

...non potere o non volere..


«Parole, parole, parole…». Non è soltanto il
noto ritornello di una famosissima canzone di
Mina, bensì il titolo della lettera che una ragazza
diversamente abile frequentante il liceo delle
scienze sociali «Fortunato Fedele» di Agira ha deciso
di scrivere alle istituzioni per provare a risolvere
un disagio che riguarderebbe un po’ tutti i ragazzi
diversamente abili di Agira e che durerebbe
ormai da quasi un lustro.
Maria Domenica Raccuglia, 18 anni, studentessa
della VA dell’istituto di piazza Europa, usufruisce
del prezioso servizio di trasporto per diversamente
abili offerto dall’Anffas locale per recarsi
a scuola la mattina e per poi tornare a casa una
volta finite le quotidiane lezioni scolastiche.
Il servizio viene però garantito dal lunedì al
venerdì, lasciando dunque scoperto il sabato, giorno
in cui Maria Domenica è spesso impossibilitata
ad andare a scuola. «E’ proprio così, e ci rivolgiamo
per l’ennesima volta al Comune - scrive la studentessa
nella sua lettera - perché dovrebbe essere
proprio il Comune con la sua Giunta a venire incontro
ai propri cittadini affinché siano risolti i
problemi evitando i disagi. Mi era stata fatta tempo
fa una promessa dagli assessori del Comune
«provvederemo per il sabato, non ti preoccupare»,
ma sono rimaste solo parole: niente fatti».
Nei giorni scorsi, Maria Domenica, che vive sulla
sedia a rotelle, ha avuto un altro colloquio con
il vice sindaco, nonché assessore alla solidarietà
sociale del Comune di Agira, Maria Vaccaro. «L’assessore
mi ha manifestato la sua disponibilità - ha
detto Maria Domenica - ma il problema non pare
essere risolvibile almeno per il 2010 per mancanza
di risorse economiche». A differenza degli anni
passati, Maria Domenica è però ancor più
preoccupata dovendo affrontare tra qualche mese
l’esame di maturità.
«Sicuramente fare tutte queste assenze non mi
aiuta a prepararmi al meglio in vista degli esami
- prosegue la ragazza diciottenne - e mi dispiace
che ciò accada sol perché le istituzioni non provvedano
ad aiutarmi. Siamo già a metà Novembre
e non è cambiato nulla, mi rivolgo nuovamente alle
istituzioni competenti affinché possano darmi
una mano. Come cittadina voglio fare valere i
miei diritti, voglio ciò che mi spetta, niente più».

domenica 14 novembre 2010

...........vita da cani....


Il popolo alla fame e i signori di palazzo continuano a vivere una vita parallela, fra lussi, prostitute e corruzione. Ci si aspetterebbe la rivolta, un terremoto dal basso che gridi basta a tutto questo schifo. Ma niente
L’italiano medio è troppo preso dal campionato di calcio e dalle tette in TV per scollare il culo dal divano e pretendere una vita dignitosa. il popolo è un bambino. Il popolo non è interessato alla libertà. Il popolo italiano una scelta l’ha fatta: la democrazia non gli interessa. Preferisce pulirsi il sedere.