Pagine

venerdì 7 gennaio 2011

..tutti fuori dalla fortezza...

“la cultura non fa cassa!”.
Che fare contro questa politica muscolare ed antidemocratica?
L’unica prospettiva che ci resta per reinventare la nostra democrazia è quella della militanza civica, della battaglia con l’arma delle idee.
Ancora una volta l’indignazione ci salverà, riscopriremo quella che Einaudi definiva “la bellezza della lotta”.
Disotterreremo la dignità nazionale incarnando i valori della resistenza civile, riconciliando il dato della sensibilità con quello dell’intelligenza, l’affettività con la ragione, la poesia e l’arte con la ricerca scientifica.
Fuori dalla fortezza insomma, con gli altri.
“L’indignazione stanca!”.
Una resa. Una generalizzata assuefazione all’ignominia che reca con sé il rischio di smarrire quel senso di disagio esistenziale che è, da sempre, il motore di tutti i mutamenti sociali. Rinunciare all’indignazione, sentimento nobile, pulsione che attiva i cuori e le menti, ma che non riesce più a scuotere questo paese stremato ed imbruttito, divenuto zimbello di innumerevoli testate giornalistiche straniere.
Dovremmo auspicare che la distruzione inneschi quel processo creativo necessario per chiudere un’epoca ed aprirne un’altra?
In Italia, in particolare, è morta la funzione gramsciana di pedagogia collettiva, hanno vinto la dittatura del profitto, l’affarismo, il decisionismo solo contro i deboli, il conformismo culturale, l’assoluta indifferenza ai diritti degli altri. Hanno stravinto il mito del successo personale, l’umiliazione pubblica della donna, il paternalismo bieco del “ci penso io”, la gara per la popolarità e la generica ostilità nei confronti dell’altro, dello “straniero” in senso lato.
fonte:vivienna.it